Un racconto di Francesca Barzini, Giulia Bosetti, Sabrina Carreras
In uno speciale viaggio durato due mesi Riccardo Iacona vi racconta da vicino le storie delle tante donne uccise nel nostro Paese, un numero che negli ultimi anni non accenna a diminuire. E’ dal 2006, infatti, che la statistica delle donne uccise nel nostro paese è in continuo aumento fino alle centodieci donne uccise nel 2012 , quasi una ogni tre giorni. Quasi tutte uccise dai mariti, ex mariti, fidanzati, ex fidanzati, cioè dalle persone che gli stavano più vicino, che conoscevano meglio, spesso dal padre dei loro figli. Di queste storie la cronaca ci racconta tutto, anche i dettagli più terribili, le trenta coltellate, gli ottanta colpi di mattarello, le botte prima dell’annientamento fisico. Ma la cronaca non mette mai queste storie l’una a fianco all’altra, le tratta come fossero storie singole, nate dentro un rapporto d’amore sbagliato, donne morte per passione, per possesso, per gelosia. E cosi questa cronaca uccide le donne una seconda volta, perché cancella del tutto quello che queste morti ci stanno gridando, ogni tre giorni , dai marciapiedi delle nostre citta’ : “LIBERTA’”,“INDIPENDENZA”, “AUTONOMIA”, ecco cosa ci gridano queste storie. Tutte le donne vengono uccise infatti nel momento in cui vogliono riprendersi la vita in mano, lasciare l’uomo con cui stavano e riprendersi la libertà. Martiri per la libertà sono le tante donne uccise nel nostro Paese, nell’indifferenza generale, nella rimozione e nell’assenza di politiche attive volte ad arginare l’endemica violenza di cui le donne italiane sono oggetto e ridurre la statistica delle donne uccise ogni anno.
SE QUESTI SONO GLI UOMINI di Riccardo Iacona vince il premio Alziator 2013
Motivazione del premio:
SE QUESTI SONO GLI UOMINI Il libro di Riccardo Iacona è un viaggio attraverso l’Italia, da nord a sud, che vive la strage quotidiana di donne ad opera di uomini a loro vicini: mariti, fidanzati, padri, fratelli, amici, colleghi di lavoro.
L’autore va alla ricerca dei perché di una tragedia che è nazionale e che ci coinvolge tutti. Lo fa con uno stile narrativo che non è solo giornalistico, ma propriamente letterario, segnato da una intenzionalità che ci fa sentire coprotagonisti dell’indagine, carichi di quell’ansia di capire e di trovare spiegazioni. È un affresco terribile che ci racconta, attraverso le parole dei protagonisti, la cornice di degrado sociale e culturale in cui matura la violenza quotidiana verso le donne e ci restituisce un ritratto sconvolgente di una nazione che non vogliamo vedere e affrontare con decisione. Il premio della giuria va all’impegno dell’autore per un libro necessario e importante per tutti, italiani e non.
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