SONO DI QUELLE

Federica Garzetti

Sono di quelle

che il caffè si fredda mentre cadono con la neve.

Di quelle che accendono

candele e spengono

intenzioni.

Sono di quelle che aspettano

e poi arrivano in ritardo

per il troppo aspettare.

Di quelle che dicono

anche quando non dovrebbero

e che le parole gli scivolano

dalle dita e dai capelli.

Sono di quelle abituate a 

fumarsi i pensieri (e il pomeriggio)

alla finestra

e a stenderli all’alba

tra versi e griffonia.

Di quelle che ti 

prendono le mani a tradimento

e che si dimenticano gli

occhi dove ti bruciano meglio.

Sono di quelle che versano

molta acqua 

salata e dopo

se la vanno a riprendere in

estate.

Di quelle che se ti sognano

poi ti chiamano e ti

raccontano altro,

solo per sapere come va.

Sono di quelle che il telefono

gli fa paura,

più paura di un tavolino, un tè

e tutta la verità in bustina.

Di quelle che 

verranno a prenderti

anche tra i rovi

delle tue cupe foreste

e che il tuo dolore

gli fa male da lontano 

ma 

non 

lo lasciano 

andare.

Sono di quelle che 

a volte perdono la ragione,

e allora non smettono mai di cercare.

Di quelle che non 

dormono per il troppo

essere,

non mangiano per

il troppo sentire,

non camminano per

conservare la quiete.

E poi sono di quelle che 

chiamano ribelli,

solo per non essere 

in debito con la vita.

Di quelle pronte

con la penna in mano

e il senso di colpa

sepolto in giardino.

E il giardino fiorito.

E loro stese, a guardare 

altrove.

immagine hülya özdemir

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