Ovvero dell’autodistruzione consapevole
Escamotage.
Nella mia testa, nella mia vita, trovare un modo per uscire al meglio da una situazione difficile.
Non sempre siamo preparati ad affrontare con freddezza le prove, grandi o piccole, che la vita ci mette davanti.
A volte trovare l’escamotage significherebbe tradire qualcuno per salvare sé stessi. Altre volte, tradire sé stessi per salvare qualcuno.
Non mi piacciono gli escamotage.
Sono un tentativo scialbo di non andare più in profondità.
Un escamotage il più delle volte si rivela una scusa superficiale per non cercare responsabilità. Né soluzioni.
C’è inoltre da dire che i primi sabotatori delle nostre vite, spesso siamo noi stessi. Più o meno consapevolmente. Dipende dai casi.
Altro che escamotage…
Siamo bravissimi a cacciarci nei guai (e anche a rimanerci a lungo, il più delle volte).
A ferire quando vorremmo fare del bene.
A rimanere quando ce ne dovremmo andare. E ad andarcene quando dovremmo restare.
A parlare quando dovremmo tacere. E a tacere quando dovremmo parlare.
Ad essere ingenui quando dovremmo essere furbi. Ad essere furbi quando la persona che abbiamo davanti è in buona fede.
Le cose più dolorose della mia vita, me le sono procurate da sola. Almeno in parte.
Ho spesso perduto me stessa, causa assenza di escamotage.
Ma oggi so anche che per ritrovarsi, qualche volta è necessario perdersi.
“Devo essere una sirena.
Non ho paura della profondità
e ho una gran paura
della vita superficiale.