Pezzi di Sant’Orsola_Trento

 

giugno 2016

Di Pezzi abbiamo già parlato. Ne abbiamo anticipato la prova aperta con un’intervista a 4 voci alla regista Maura Pettorruso e ai “suoi attori” (come li chiama in prova per farli rientrare dalla pausa sigaretta), ossia Stefano Pietro Detassis, Alessio Dalla Costa #eio. Manuela Fischietti.

Non scriverò dello spettacolo, conflitto di interessi emotivo evidentemente; ma come potrei d’altronde? 60 minuti in cui dimentichi tutto, tranne i tuoi 3 compagni di viaggio.

La prova aperta di Sant’Orsola è stata una prova di teatro, certo. Ma soprattutto è stata una prova di Comunità. E di questo vorrei raccontare.

Lo ha descritto Leopardi nel Sabato del Villaggio, quel moto emotivo che accompagna chi va a fare festa, chi si incontra per celebrare qualcosa.

E Pezzi è stato un po’ questo. Un venerdì del villaggio. Una celebrazione. Un rito collettivo.

Pezzi è uno spettacolo che lascia allo spettatore la possibilità di trarne ciò che crede, di lasciarsi trasportare in un sogno che ha libere interpretazione ma seguendo un filo logico comune che accompagna il lavoro dall’inizio alla fine. Ogni parafrasi è giusta e legittima, perché coerente con le fragilità dell’uomo che sono e saranno sempre, per fortuna, soggettive.

E questo è accaduto.

In sala la comunità fatta di pantaloncini e scarponi, jeans e camicia, giacche e ballerine, teroldego e marzemino, grappa e amaro lucano, coca cola e the alla pesca.

Sant’Orsola ci ha aperto le porte e le crostate.

Ci ha coccolato quando ne abbiamo sentito più bisogno, sempre con delicatezza e discrezione.

Ci ha offerto una casa in mezzo al verde dove abbiamo liberato fantasia e creatività, sprigionando profumi di carne alla griglia.

Ci ha fatto vedere scoiattoli nella notte.

Ci ha fatto RIabbracciare con i 14enni che siamo stati. I meravigliosi ragazzi del laboratorio teatrale “ Fucina degli Errori” che Maura e Stefano tengono da ormai 6 anni in questo splendido paese simile davvero ad un raro frutto di bosco.

Ci ha regalato la canzone con cui si apre lo spettacolo. Nata per coinvolgere nella nostra improvvisazione la bellissima Adelina, donna che mangia la vita con gli occhi e si stupisce ancora come tutti noi dovremmo, davanti alla bellezza.

Questi regali hanno contribuito a creare la magia del silenzio in sala. Ciò che l’attore desidera di più in assoluto: il nonvolavaneancheunamosca. E hanno permesso a noi balordi di lavorare sereni, alimentando i nostri pensieri e lasciando “il resto” in quel di Trento.

Il debutto sarà un’altra cosa. Ma Sant’Orsola, e la sua comunità, fanno parte ormai del progetto. E un pezzo di loro sarà con noi. Fuori e sopra il palco. Quindi stay tuned…

 

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