DeerSkull -LEBENUNWERTES LEBEN

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LEBENUNWERTES LEBEN

Quest’opera fa parte della serie DeerSkull alla quale l’artista Michela Pedron lavora dal 2011. Si tratta di opere dai forti spunti, identificabili nei titoli, fonti di riflessione e cariche di significati.

Teschi di cervi e caprioli. Rivisti. Colorati. Decontestualizzati.
Un teschio dalle corna nere e deformi sta in mezzo a due teschi dalle belle corna rosse.
Già dai colori quest’opera ci rimanda a quelli tipici del nazismo. Il titolo lo conferma: “Lebenunwertes Leben”.
Una riflessione che l’artista vuole proporci, sul tema non a tutti noto dal tedesco Lebenunwertes Leben, vite indegne di essere vissute, vite di nessun valore.
Il miglioramento della razza attraverso l’eugenetica nazista. Deviati, dissidenti, deformi, ritardati e persone con difficoltà di apprendimento, omosessuali, malati mentali. A questi avrebbe dovuto essere impedito di riprodursi, in modo da non diffondere i propri geni all’interno della popolazione. Oltre 400.000 persone subirono la sterilizzazione coatta, e 70.000 furono uccise nel corso dell’Aktion T4.
L’Aktion T4 fu il nome dato dopo la prima guerra mondiale al Programma nazista di eutanasia che sotto responsabilità medica prevedeva la soppressione di persone affette da malattie genetiche, inguaribili o da più o meno gravi malformazioni fisiche. T4 è l’abbreviazione di “Tiergartenstrasse 4“, l’indirizzo del quartiere Tiergarten di Berlino dove era situato il quartier generale dalla Gemeinnützige Stiftung für Heil- und Anstaltspflege, l’ente pubblico per la salute e l’assistenza sociale.
Verso la fine del 1938 la Cancelleria del Führer ricevette una richiesta da parte della famiglia di un bambino di nome Knauer affetto da gravi malformazioni fisiche e definito «idiota» affinché Hitler desse il suo assenso per un’«uccisione pietosa». Hitler inviò il suo medico personale Brandt presso la clinica dell’Università di Lipsia per verificare con i medici che avevano in cura il bambino se realmente egli fosse un caso disperato e, in tal caso, autorizzarne l’uccisione che alla fine avvenne.
In seguito l’elemento volontario presente nel «caso Knauer» scomparve rapidamente; entro metà 1939 il Ministero degli Interni ordinò che i dottori e le ostetriche che lavoravano negli ospedali tedeschi riferissero tutti i casi di bambini nati con gravi malformazioni, ufficialmente per creare un «archivio scientifico», ma con il chiaro intento di operare le necessarie «uccisioni pietose». Dovevano essere segnalati «tutti i bambini di età inferiore ai tre anni nei quali sia sospetta una delle seguenti gravi malattie ereditarie: idiozia e sindrome di Down (specialmente se associato a cecità o sordità); macrocefalia; idrocefalia; malformazioni di ogni genere specialmente agli arti, la testa e la colonna vertebrale; inoltre le paralisi, incluse le condizioni spastiche». Le segnalazioni venivano valutate da una speciale commissione composta da tre membri che dovevano raggiungere il consenso unanime prima di procedere all’uccisione.
Nello svolgimento del programma Aktion T4 si utilizzarono numerosi metodi di dissimulazione; molti genitori, soprattutto dell’area cattolica, erano, per ovvi motivi, contrari. I genitori venivano informati che i loro figli sarebbero stati portati in «sezioni speciali» di centri pediatrici dove avrebbero potuto ricevere migliori ed innovative cure. I bambini inviati presso questi centri venivano tenuti «in osservazione» per alcune settimane e poi uccisi con iniezioni letali; i certificati di morte riportavano come causa del decesso «polmonite». Normalmente venivano effettuate autopsie ed erano asportate alcune parti del cervello a scopo di ricerca scientifica. Questa operazione sembrava tacitare le coscienze di molti dei medici coinvolti nel programma perché dava loro l’impressione che i bambini non fossero morti invano e che il programma avesse reali scopi medici.
Tra il 1939 e il 1945 erano stati così uccisi un totale di almeno 5.000 bambini.

L’ARTISTA MICHELA PEDRON  si diploma nel 2006 presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia, specializzazione in Arti Visive e Discipline per lo Spettacolo ad indirizzo Pittura.

Selezionata tra i finalisti di vari premi e vincitrice di alcuni, tra le ultime esposizioni:
2010- Open13, esposizione internazionale di sculture ed installazioni, a cura di Paolo de Grandis, Lido, Venezia.
2011- “Dadaumpop – The Italian New Pop”, a cura di Igor Zanti e del Ministero degli Esteri, tre esposizioni in India.
2011- invitata alla Quinta Biennale del Premio Internazionale d‘Arte Città di Bozzolo, a cura di Stefano Zecchi e Giancarlo Lacchin.
2011- “Lo Stato dell’Arte – Trentino Alto Adige. Iniziativa Speciale del 150° promossa dal Padiglione Italia della 54° Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia“, a cura di Vittorio Sgarbi, Palazzo Trentini, Trento.

Un pensiero su “DeerSkull -LEBENUNWERTES LEBEN

  1. Reblogged this on cronichlesofmari and commented:

    DeerSkull, Michela Pedron – “Lebenunwertes Leben”.
    Una riflessione che l’artista vuole proporci, sul tema non a tutti noto dal tedesco Lebenunwertes Leben, vite indegne di essere vissute, vite di nessun valore.
    Il miglioramento della razza attraverso l’eugenetica nazista. Deviati, dissidenti, deformi, ritardati e persone con difficoltà di apprendimento, omosessuali, malati mentali. A questi avrebbe dovuto essere impedito di riprodursi, in modo da non diffondere i propri geni all’interno della popolazione. Oltre 400.000 persone subirono la sterilizzazione coatta, e 70.000 furono uccise nel corso dell’Aktion T4.

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