Augusto si vergognava a rispondere…
“Ma cosa devo dirti io?” ripeteva grattandosi la tempia destra con la mano sinistra e alzando leggermente gli occhi verso il cielo. Gesti di imbarazzo volendosi quasi mimetizzare sul sedile dell’auto, che se non ci fosse stato il volante di impiccio avrebbe anche potuto scivolare in basso fino quasi a toccare i pedali con le dita.
“Che mi ami più spesso.” rispose lei indispettita “e… che mi vuoi sposare, non è mica roba da tutti uscire con una ragazza come me!” Poi lo guardò fisso negli occhi con quell’espressione tipica di chi ha detto un’ovvietà senza però avere in cambio la reazione desiderata.
“Adesso portami a casa!” Ordinò Annetta presa da un incontenibile dispetto non avendo ottenuto da Augusto nessuna risposta. Era seduta sul sedile della macchina come se al posto della pelle morbida ci fossero stati mille chiodi. Ma non era il culo a farle male, quanto piuttosto l’orgoglio.
Ben 3 mesi che uscivano assieme e ancora Augusto non l’aveva fidanzata. Ma come si permetteva quel bifolco a non chiederle la mano? Lei che era stata persino a Milano a fare un tirocinio di sartoria. E poi era bella, in paese forse la più bella, se non fosse stato per Luciana e i suoi capelli lucidi e lisci.
“Annetta non capisco perché ti arrabbi tanto” prese ad un certo punto a dire Augusto, ma lei già non lo badava più. Voleva solo tornarsene a casa e ascoltare la radio, lei e sua sorella erano le uniche in paese ad averne una, non era mica roba da tutti possedere una radio!
Poi calò il silenzio perché a quel punto nemmeno Augusto sapeva più cosa dire. Il cielo era stellato e la strada aveva uno scintillio magnifico per via della recente pioggia. – Ogni cosa – pensò Augusto – era proprio come doveva essere: la sua bella Annetta seduta accanto a lui, la macchina nuova che avrebbe presto scambiato con un anello, non appena finito di pagarla a suon di cambiali, e quel cielo… ah quel cielo immenso di stelle luminose. Ad un tratto si sentì l’uomo più fortunato sulla faccia della terra e disse:
“Annetta, non è mica roba da tutti sentirsi fortunati per quello che si ha!”
