PEZZI è il nuovo progetto di Rifiuti Speciali. Quattro attori cercano una strada per parlare, attraverso le suggestioni nate da un libro, di quelle rotture più o meno profonde, più o meno conosciute, che portano alla creazione di un’identità. Sbagliata forse. Fragile di sicuro. Tutto lo spettacolo si gioca attorno ad una frase “Avresti potuto essere tutto e invece sei questo.” Quando la scelta ha confuso e interrotto le carte del destino? Dove si è perso, fermato, quel “noi” che avrebbe potuto essere ma non è?
Per conoscere il progetto ed i protagonisti un po’ più a fondo noi di LivingwoMen abbiamo girato 12 domande ai 4 attori che andranno in scena, nonché ideatori, nonché realizzatori di PEZZI… Mau aka Maura Pettoruso; Ale aka Alessio Dalla Costa; Ste aka Stefano Detassis; Manu aka Manuela Fischietti. Buona lettura!
PEZZI sarà presentato in anteprima il 18 giugno a Sant’Orsola Terme per poi debuttare in autunno a Trento.
1) Come nasce lo spettacolo Pezzi
Mau. Da un libro. Stefano me lo consiglia prima dell’estate. Sdraiata su una magnifica spiaggia in Grecia, ho letto, divorato, scoperto che parla anche di me.
Ste Leggo un libro. Lo spaccio a Maura. Scopriamo che ci riguarda. Riguarda Manu e Ale. Partiamo.
Ale Autunno 2015, festa dei 10 anni dell’Off. Maura, mentre balliamo mi chiede di partecipare ad un progetto teatrale e mi presenta i miei compagni di viaggio. Io salto dalla gioia ancor prima di sapere di che si tratta, perché delle intuizioni di Maura mi fido ciecamente. Balliamo, beviamo enell’arco di qualche giorno inizio a leggere un libro e una serie di appunti di Maura e ne rimango folgorato.
Manu. Agosto 2015, lago di Caldonazzo. Maura mi chiede di leggere un libro. Un pugno nello stomaco.
2) Come nasce questo gruppo
Mau. E’ colpa mia! E di Stefano. E del teatro. Il desiderio di condividere un viaggio con chi ha voglia di viaggiare insieme.
Ste Nasce per la generositá comune di mettersi in gioco e per la volontà di scardinare quel pezzo di noi che crediamo solido.
Ale E’ merito di Maura! E di Stefano. E del teatro! E io li ringrazio!
Manu Delego ogni responsabilità a Maura Pettorruso.
3) La vita dei personaggi in scena quanto tiene conto della vita personale degli attori?
Mau. Il teatro è sempre un mezzo per parlare di qualcosa di noi, anche se lo si fa attraverso la maschera del personaggio. Questo spettacolo cerca di parlare di fragilità, rotture, dipendenze… è fondamentale partire dal proprio vissuto per dare vita a qualcosa di universalmente riconoscibile.
Ste Il personaggio è l’obiettivo scenico che ogni attore ha come traguardo. È uno scambio continuo fino a capire che il proprio io deve fare un passo indietro.
Ale In questo caso molto! Lavoriamo insieme partendo anche dal nostro vissuto, dalle nostre fragilità, dai nostri ricordi. I ricordi sono alla base della nostra ricerca.
Manu Il libro parla di rotture e ognuno di noi si è rotto, in qualche modo, in un tempo della sua vita.
4) Che significato ha per ognuno di voi l’essere attore?
Mau. Cercare qualcosa di me che non conosco, farmi domande, mettermi in crisi.
Ste Essere attraversati da un’epifania e lasciarsi guardare mentre accade
Ale vivere storie spesso non tue. Far vivere agli altri storie non tue. E’ una specie di malattia mentale, che non serve curare, ma che ti cura.
Manu avere una vita part time in cui sono io e basta.
5) Cosa si nasconde dietro al progetto Pezzi?
Mau. Una possibilità di rispondere – o tentare di rispondere – alle domande che sento il bisogno di pormi. Come persona e come attrice.
Ste Spero non si nasconda nulla. Più saremo fragili più saremo coerenti al progetto.
Ale Il desiderio di indagare e cercare di capire cosa sta dietro le fragilità che ognuno di noi ha.
Manu Pezzi di vita, pezzi di strada, pezzi di anima, pezzi di corpo, pezzi. Da rimettere insieme.
6) Che tipo di pubblico vorreste coinvolgere?
Mau. Quelli che in teatro non ci vanno.
Ste Credo di fare teatro per tutti. Vorrei che venissero tutti!
Ale Il più ampio e trasversale possibile.
Manu Quello che arriverà
7) Parlando di pubblico, voi che cosa vedete dal palco? Che tipo di relazione avete e quale vorreste avere con il vostro pubblico?
Mau. Per me il teatro è una relazione intima fra due: scena e platea; un gioco serio in cui ad ogni mossa o scelta o proposta ne dovrebbe corrispondere un’altra. Un’azione-reazione reciproca. Non sempre avviene. Ma questa per me è la vera possibilità del teatro.
Ste Lo vedo poco in platea che ci sono i fari negli occhi. Sento la partecipazione o meno del pubblico. Mi sento vivo in quel momento e vorrei cambiare la vita di ogni spettatore. In meglio.
Ale L’intero spettacolo è fatto per il pubblico. Ho grande rispetto per coloro che vengono e decidono di dedicare una serata ad uno spettacolo. E quando il lavoro funziona, lo si percepisce chiaramente dalla reazione del pubblico. Momento magico.
Manu Una relazione “aperta”, in cui nessuno chiede niente all’altro, si sta di fronte per 60 minuti o poco più e si riconosce reciprocamente lo sforzo fatto per essere lì e non altrove.
8) Quanta energia vi richiede portare in scena questo spettacolo, e quanto pesano le prove sulla buona riuscita del progetto?
Mau. Ogni spettacolo richiede la stessa energia. Poichè ogni volta è un ricominciare. Tutta l’energia di cui uno dispone. Tutta quella che vuole e può dare. Le prove sono l’essenza del teatro, la messa in scena finale non è che la punta di un iceberg di cui le prove rappresentano tutto il sommerso.
Ste Serve molta energia. È giusto così. Le prove sono essenziali.
Ale Tanta energia. Tutta l’energia possibile. Fare l’attore, il regista e realizzare uno spettacolo è un lavoro molto più lungo e complesso di quanto il pubblico percepisca. Giorni e giorni di lavoro. Ma poi in scena non si deve vedere! Però come tutti i lavori, vale la regola dell’impegno. Spesso nelle ultime fasi prima del debutto l’impegno è assoluto.
Manu E’ un lavoro che richiede energia e allo stesso tempo te la restituisce. Lavorare in un gruppo come questo è una fortuna perché quando cala l’energia di qualcuno, arriva qualcun altro a compensare.
9) Quanto pesa il caso nella fase di creazione di uno spettacolo?
Mau. Come nella vita! Alcune cose accadono per caso, alcune le cerchiamo. Non importa. Ciò che conta è coglierle e raccoglierle e restituirle.
Ste Nella misura in cui uno è aperto a farsi sorprendere il caso è sempre ben accetto!
Ale Fondamentale è il lavoro e la professionalità. Però come in tutte le cose le variabili possono essere diverse.
Manu. Qui non c’è caso, solo volontà. Proprio tanta.
10) A fine di un percorso di un progetto teatrale così impegnativo, come ne uscite nella vostra vita reale dopo questa immersione nel vostro personaggio? Rimane qualcosa dentro di voi per ogni personaggio che avete interpretato?
Mau. Assolutamente si. Ma dipende da quanto uno ha dato, da quando ha lasciato andare di se. Rimane qualcosa e si perde qualcosa. Come in ogni relazione sincera.
Ste Imparo sempre qualcosa ogni volta che faccio uno spettacolo. Dal personaggio o dai compagni.
Ale Certo che rimane! Ti rimane qualcosa di ogni personaggio. Impari da ogni personaggio.
Manu Rimangono pezzi
11) Che cosa vorreste fosse il teatro oggi in Italia?
Mau. Un luogo aperto dove entrare per caso, curiosare, sedersi a guardare. Un luogo libero, per tutti.
Ste Un reale luogo di incontro. Incontro vero.
Ale Una forma d’arte vicina al pubblico, che lo coinvolga le emozioni e non lo faccia sentire un idiota.
Manu Una materia da insegnare a scuola.
12) Una cosa che vuoi dire ai tuoi compagni
Mau. Contaminiamoci, mescoliamoci, confondiamoci. Apriamo occhi anima e corpo. Lasciamoci essere pezzi di uno stesso organismo.
Ste Che ci mangiamo stasera?
Ale Generosità e creatività. E so che le otterrò perché già ci sono.
Manu Ale non hai capito la domanda!