Libere dissociazioni

Oggi mi dissocio. Mi dissocio pubblicamente e definitivamente da questo Paese vecchio e imbalsamato, che si ostina a non volere deliberatamente tenere in considerazione le uniche risorse “pulite” che gli sono rimaste: i giovani ed i bambini.

Le uniche risorse che potrebbero soverchiare i vecchi poteri precostituiti.

L’Italia è un Paese che non solo non riesce e non riuscirà a guardare al Futuro, ma che se ne lava le mani del Presente con un’arroganza ed una presunzione inaudite. Che forse in fondo nascondono semplicemente la paura e la consapevolezza dei vecchi al potere che, se si creasse veramente spazio per giovani e bambini, allora le cose per loro potrebbero cambiare per davvero.

L’unica vera lotta come donna, come madre, come sorella maggiore, come amica che sarei disposta ad intraprendere con l’obiettivo di vincere è quella del diritto al Presente, al nostro Qui ed Ora.

Sono rientrata da una residenza di 4 anni in Gran Bretagna da ormai 15 anni. Nonostante la condizione di straniera in un paese straniero, episodi di discriminazione e razzismo, nonostante inizialmente abbia intrapreso lavori umili, lì ho sempre sentito un senso di libertà ed una coscienza di me che qui non ho mai provato. Nè prima né dopo il mio ritorno.

Ero libera esattamente per che cos’ero, tanto che lo scoprii solamente vivendo là, che cos’ero veramente.

Una ragazza libera di potersi dare degli obiettivi da raggiungere secondo le proprie inclinazioni ed il proprio grado di impegno e capacità personali.

Anzi, era impossibile là, arrivata ad un certo punto, non sentir crescere dentro delle ambizioni per sé stessi. Un processo naturale di crescita e di sviluppo personale che la società intorno – seppure piena di contraddizioni e non perfetta – riusciva a costruire intorno alle tue competenze, alle tue capacità ed alle tue peculiarità sia nell’ambito scolastico che in quello professionale.

Tutto questo si basa intorno ad un concetto che la stessa Società di cui sono stata ospite ma anche cittadina sapeva bene, ancora prima che lo capissi a fondo tu stesso: che cosa tu avresti potuto dare alla Società Civile. Ed esattamente attraverso questa sovrastruttura riusciva a trasmetterti l’idea di essere considerato un potenziale per il Paese.

Sono giunta alla conclusione che sia qualcosa che ha a che fare con l’Inghilterra, o più in generale con le società di impronta anglosassone. Con il modo in cui la vita procede là.

L’Italia ha troppe catene – politiche sociali religiose e famigliari – supportate da una sovrastimata considerazione del concetto di “Tradizione” (diventato nell’ultimo ventennio anche sinonimo di “Corruzione”). Il che significa vivere perpetuamente nel passato. Ed il vivere nel Passato rende naturalmente impossibile di vivere nel “qui ed ora” completamente .

Tornata qui, ad un certo punto, anche quando ho avuto -seppur raramente- l’impressione di stare per intraprendere un percorso verso il raggiungimento di un obiettivo, mi sono sempre sentita intimamente ed inesorabilmente disconnessa.

Troppo spesso in questa strana terra essere disconnessi dal proprio stesso Paese significa credere ancora di avere diritto al proprio Presente. Ed a quello dei propri figli. E volere ancora riuscire a dare il proprio contributo alla Società Civile, di modo che questa benedetta Italia, alla fine, possa rappresentare anche un poco quella cosa che sei tu.

 

 

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