Francesca per Time4Life: Qual’è il rischio maggiore? La dipendenza. 

Francesca partirà domani per Kilis sul confine turco/siriano portando aiuto ed il suo sorriso ai bambini intrappolati fra il loro Paese di origine ed uno sconosciuto dove sono e rimarranno tali a causa dell’impasse burocratico che accompagna tutt’ oggi la situazione della Siria e del suo popolo in fuga da bombe e distruzione. Ci siamo incontrate pochi giorni fa e racconterà qui in prima persona la sua storia. Ho trovato incredibilmente bella questa ragazza di 23 anni e la sua scelta di vita così difficile vissuta con tanta felicità. Se volete contribuire alla raccolta contattatela privatamente. Siate gentili con un`anima gentile. Grazie di avermi voluta incontrare Francesca.

“Ci sono momenti nella vita in cui si ha bisogno d’altro, io ho avuto bisogno di partire, non per un semplice viaggio, ma di partire a portare il mio aiuto, la mia ricchezza e il mio sorriso.

Avete presente  quando ci si sofferma su di una foto, un bambino che spacca pietre, tutto il giorno. Bambini ridotti in schiavitù, e io nella mia bella casa, che mi lamento perché nell’armadio delle schifezze manca la cioccolata, quella fondente al 100% che piace a me. Ed è proprio quella stessa sera, che mi vergogno immensamente di me, della mia vita, delle mie esigenze, dei miei capricci. Decido di partire.

Time4life è quella parte buona della vita, time4life è quel sogno che ho sempre avuto, time4life è la voglia di un mondo di pace, amore e uguaglianza, tim4life è speranza per chi speranza non ha più. Grazie a Time4life International io ora posso parlarvi di emozioni forti, di ricchezza d’affetto e di un amore che va oltre i confini.

Sono partita in un freddo mercoledi di novembre, ho chiesto quale sarebbe stato il rischio maggiore di queste missioni sempre in luoghi colpiti da povertà, guerra, schiavitù, e mi fu risposto : la dipendenza. Arrivata sul posto, ho capito ciò che stava a significare, io di quei bambini non sarei più riuscita a farne a meno. Quanto mi manca il modo timido di abbracciarmi di Sara, la solarità di Lucien, la dolcezza di Deea, l’abbraccio di Nicoleta, i baci di Donut,  i sorrisi di Hussein, i pianti di Faiza.

Quando mi chiedono perché parti, rispondo che vado per loro, perché ho bisogno di loro, si pensa di partire per portare aiuto, ma in realtà sono loro che danno a noi, ci riempiono d’amore, di sorrisi che per noi sono forza, ci riempiono di voglia di fare di più, di poter riuscire a cambiare davvero le cose.

Siamo state in Nepal, subito dopo il terremoto. Non sapevo cosa aspettarmi, non sapevo cosa avrei trovato, ma vi posso dire che da li sono tornata con la consapevolezza che anche davanti ad una distruzione il sorriso non si perde mai, che la cosa importare è avere tutte le persone care vicino, non avere un tetto sotto la quale dormire. Ho visto la vera umanità, ho visto ciò che vuol dire umiltà, il non avere nulla e sorridere, offrire un piatto di riso e stare tutti insieme.

Vi posso dire, che la difficoltà più grande, non è tanto il partire, ma è il tornare a casa, il rientro alla vita di tutti i giorni. Quando hai visto, non puoi dimenticare. I miei occhi hanno visto bambini che tremavano dal freddo, e volevano solo un paio di guanti, mamme piangere perché non sapevano cosa dare da mangiare ai loro figli, persone con sguardi spenti , bambini che portavano i segni di bombe esplose a pochi centimetri, mani allungate verso di noi, in cerca di un pezzo di pane o di un sostegno. Non c’e mattina o sera che il mio pensiero arrivi a loro, lontani da me, ma pur sempre vicini, nel mio cuore. E alle volte capita di voler scappare da loro , di lasciare ciò che ho qui, attorno a me e partire verso di loro e non lasciarli più, perché qui ci si sente inadeguati, in un posto che ci dà troppo, e vorrei portare quel troppo a loro. Non è mai semplice ritornare e ricominciare a vivere come prima.

E ora quando compero la cioccolata fondente, ne prendo un pacco anche per tutti loro, la conservo e ogni volta che ritorno a trovarli, che sia Romania, Kilis, Nepal, me la porto sempre con me, ho scoperto che anche a loro piace un sacco e ho visto che mangiarla in loro compagnia è ancora più buona, e vedere il loro sorriso tutto sporco di cioccolata è per me una gioia immensa. 20 stecche sono già pronte per l’imminente partenza a Kilis, finalmente dopo tre mesi me la gusterò insieme a loro.

Spero di lasciare sempre un bel ricordo in tutti loro e chissà se fra qualche anno vedrò i loro sogni realizzati. Hussein quando l’ho conosciuto mi disse :” Voglio una macchina grande per portare la mia mamma e il mio papà al mare”, Sara mi disse “voglio fare quello che fai te” e Donut dopo aver visto con gli occhi lucidi ed emozionati la foto delle montagne che sono vicine a casa mia mi disse ” Ma come fanno ad essere cosi alte? le voglio vedere anche io”.  Potrebbero essere cose molto semplici, ma in alcune parti del mondo, ci sono bambini che sognano questo. Continuerò ad andare da loro, per farli continuare a sognare.

Grazie a Time4life International anche loro possono continuare a sperare e credere nei loro sogni.

Spero che qualcun altro, leggendomi, avrà ancora voglia di rimettere in discussione la propria vita, la propria serenità  e partire come ho fatto io, perché “Chi salva una vita, salva il mondo intero”. “

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