… camminando sulla luna. E’ la mia terza vita.
Una è quella di quando sono stata bambina. La seconda è quella che ho vissuto sulla Terra fino a ieri. La terza quella che comincio qui: Walking on the Moon.
Non ci sono documenti da mostrare a nessuno quando si arriva sulla luna.
Non sembra vero ma c’è spazio per tutti qui. Ci sono “centri di ristoro per l’anima” anziché centri di accoglienza e realizzarsi vuol dire imparare a capire chi sei e quello che ti piace fare;
Non è il successo il parametro qui, non è il lavoro o lo stato symbol, non ci sono social networks ed il tempo scorre in maniera diversa: più lenta;
Naturalmente ci sono modelli da seguire, gli allievi ed i maestri, chi suona, chi canta, la cucina, l’ingegneria, l’artigianato, le culture differenti ma tutto è meno artefatto, meno competitivo: e’ tutto molto più autentico qui.
Abbiamo tutti il diritto di sognare: l h’anno sancito nella Costituzione.
Ci sono i diritti civili qui, quelli che quando ero nella mia seconda vita agognavo tanto…
Hanno riconosciuto le coppie di fatto, i matrimoni fra le persone che non sono eterosessuali sono consentiti, e’ possibile adottare un figlio ed è possibile anche divorziare affinché tutto venga gestito come un percorso che può avere un inizio ed una fine;
A proposito, esiste l’eutanasia qui – e’ stata ritenuta una scelta possibile.
Non è tutto perfetto qui sulla luna dove consumo la mia terza vita; gli esseri umani continuano ad essere imperfetti, inquieti, variegati fallibili e morituri ma io comincio a sentirmi a casa e qui continuo la mia strada: walking on the moon…