TEENOSOPHY: MEMORIA LIBERATUTTI

Oggi ho fatto scuola con le carote.

Tristi carote crude di supermercato, che ho affettato davanti ai ragazzi. Poi ho chiesto chi ne volesse una fettina e loro sono venuti quasi tutti alla cattedra: una processione sghignazzante e curiosa. Ho distribuito ostie di carota, come una specie di sacerdotessa sacrilega e un po’ matta.

Che sapore ha una carota d’inverno? Sazia? Basta? Lascia un ricordo?

In un’intevista una studentessa chiede a Liliana Segre se c’è almeno un episodio che durante la prigionia ad Auschwitz le abbia dato conforto. Lei riflette e poi racconta.

E’ nell’ambulatorio del campo perché un’infezione le provoca un ascesso sotto l’ascella. L’infermiera tedesca prende le forbici, la guarda e le dice: “Non svenire se non vuoi fare una brutta fine”. Che significa: “Se svieni esci di qui dal camino”. L’infermiera taglia e lei non sviene: ma torna alla sua baracca con una cappa di tristezza e disperazione che le soffoca i pensieri.

Ha soltanto tredici anni.

Una prigioniera che non conosce prende un sacchetto lercio e ne estrae una fettina di carota.

E gliela regala.  

Liliana la ringrazia. “Era tanto tempo che non dicevo più grazie”, racconta.

In quanto tempo si può scordare la propria umanità?

In quanto tempo la si può recuperare?

Sapete come ci si accorge di aver centrato un bersaglio educativo, pedagogico e didattico?

Il silenzio. Il silenzio e molti occhi lucidi.

Poi però si parla.

Abbiamo parlato di nuovi lager in Libia. Di cosa oggi ha preso il posto di un forno crematorio. Abbiamo parlato di indifferenza e del mutismo becero di un intero continente.

Abbiamo parlato di come si può scegliere quale dei propri figli salvare e di Ailan, piccolo corpo sulla spiaggia. Di pagelle cucite nella giacca come passaporto per il proprio futuro. E poi coperte dalle onde. Di scuole aperte, di menti aperte. E porti chiusi. E visi voltati dall’altra parte.

Abbiamo parlato di Enrico Galiano e di una bacinella in cui i suoi ragazzi hanno visto sparire un Titanic di carta con i nomi delle persone che amano. E hanno pianto: i suoi come i miei.

Hanno soltanto tredici anni.

Così abbiamo costruito tante barchette di carta e stavolta le abbiamo messe al sicuro sui davanzali.

Andrea mi ha detto: “Io però non ho messo il mio nome, non ci stava”. Gli ho risposto che non importa. Che lui è la barca. E ci salverà.

Loro ci salveranno: in questo mondo che avremmo dovuto cambiare noi, i ragazzi ci salveranno.

Io credo in loro.

Nella scuola.

Nella memoria della carota.

Nella memoria delle barchette di carta.

Vorrei dire solo una cosa, anche se sono solo un ragazzino e magari non interessa a nessuno: io penso che non sia possibile che non ci sia un limite. Esistono dei limiti! Esiste la pietà!

I nazisti uccidevano chi non aveva certe caratteristiche fisiche o mentali e oggi sappiamo che è sbagliato. Cioè io spero che lo sappiamo!

-Andrea

Memoria è ciò che ti resta impresso e non cambia nel tempo e nei pensieri.

Memoria è Liliana: per lei un pezzetto di carota significa: “esisti, sei umana, non sei un oggetto, starai bene, sopravviverai e un giorno mangerai ancora”

-Francesco

Io penso a cieli grigi e magliette a righe. Penso che sono un ragazzo fortunato: che la storia e la geografia mi hanno risparmiato. Vorrei aver conosciuto Anja: Anja fuggita dal campo di concentramento e adottata dalla mia famiglia polacca. Perché il bene esiste.

-Florian

Memoria non è solo studiare a memoria. È anche non dimenticare ciò per cui la vita vale davvero. Ciò che rende felice la tua anima.

-Cristian

In certi casi la memoria vuol dire “Mai più”.

-Mattia

Le giuriamo che nella cabina elettorale ci ricorderemo della carota. Delle barche. Le giuriamo che quando potremo votare lo faremo con impegno.

-Alice e Martina

La memoria è un dono che ti possono rubare. Va difesa.

-Michael

Io faccio così: prima di agire mi chiedo “E se fossi io quella persona?”. Forse potrebbe essere il segreto della felicità… a me non sembra difficile, ma chissà perché per molti è impossibile.

-Diego

La memoria non ammette imprecisioni, perché è di tutti; il ricordo forse sì, ma perché è solo tuo.

-Manuel

Memoria è non commettere gli stessi errori.

Memoria è speranza.

Memoria è sapere esattamente come stanno le cose.

È  l’occasione per aggiustare il passato.

-Sophia


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