#LivingArtists meets #ArtyNTheWolves

Members: David Vicario aka Arty, voce e chitarra; Luciano Er Monnezza, batteria e cori marakas; Stefano Berengan aka Beri, bassista e cori

Genre: TEDDY BOY ROCK’N’ROLL

Hometown: Pergine Val Sugana (TN)

Finalmente dopo settimane di impedimenti vari riesco ad incontrare la band Arty ‘N’ The Wolves al completo. A fine concerto (peraltro un’ottima esibizione live, caratteristica che contraddistingue tutti i concerti dal vivo degli Arty’s , ndr) come di consueto ci sediamo per fare due chiacchiere easy davanti ad un boccale di birra. Luciano Er Monnezza (batteria) lo conosco da un po’, mentre con Arty (voce) e Beri (basso) ci presentiamo al volo.
La storia e lo spirito del gruppo sono veramente rock’n’roll: li contraddistinguono la voglia di libertà ed un certo grado di sana sanissima ribellione.

Arty ascolta musica a partire dai 16 anni,l’idea embrionale della formazione originale è uscita da Arty e Beri. Inizialmente si tratta di un gruppo punk Arty suona il basso e Beri la chitarra: state bene attenti  Beri vende la chitarra ad Arty ed Arty diventa chitarrista. E’ ancora arty che a 22 perde due anni di università per inseguire la voglia di imparare ad avere padronanza dello strumento e nel 2008 i due decidono che devono trovare al gruppo il nome più tamarro possibile. Cosi nascono gli Arty ‘N’ The Wolves… (“orsi/bears e squali/sharks non ci piacevano abbastanza” cit.)

Seguono anni un po’ turbolenti per la formazione, dove in sala prove alla batteria si susseguono le collaborazioni con Chistè e poi con Walter, alla fine del 2008 da Roma Capitale arriva Luciano Er Monnezza. Iniziano così i concerti disastrosi (testuali parole) a Rosalina Mare, seguono le figure di merda a Verona, il tutto dovuto ad inesperienza e timidezza per ammissione di colpa di tutti i componenti. Ma i ragazzi non mollano. Gradualmente si alza la soglia di esperienza comune, e nel febbraio 2009 esce un demo autoprodotto (“chiediamo pubblicamente perdono ad Alex Carlini, scrivilo che sarà pagato” cit. fra le risa generali). Il demo è “Queen of Teddy Girls”  ed è distribuito su youtube e supera ad oggi le 26.000 visualizzazionipotete (anzi dovete) ascoltarvelo, troverete il link a fine articolo –

Arrivano immediati i contatti per andare a suonare a Francoforte ed in Finlandia al “Real Gone Rock’N’Roll Weekender Finland” organizzato da Eddie Laakso. Gli Arty’s colgono al volo l’opportunità e partono per Francoforte e Finlandia;  e da lì avanti, Riot a Parigi, arrivano degli screzidovuti alla tensione ed il basso lascia, ad un certo punto i membri erano 4 con Marco Scarpa alla pedal steel ed alla seconda chitarra; poi Scarpa sostituisce Beri al basso, poi arriva Maka e suona tre anni il basso. E poi torna Beri.

La loro musica fa riferimento al revival rockabilly, prendono dai Crazy Cavan ‘n’ the Rhythm Rockers , dai The riot rockers remember you, dai Sandy Ford and the Flying Saucers, da Gene Vincent. Tutti i  pezzi sono scritti da Arty ed arrangiati dal gruppo in sala prove.

“La politica è quella dell’ ognuno se fa i cazzi suoi: siamo un po’ alla aldo giovanni e giacomo: sempre nel mezzo di battibecchi ed incomprensioni.”

Fondamentalmente si autodefiniscono dei cazzoni che amano la musica che fanno. Fanno in proporzione più date all’estero che in Italia (di media ogni due in Italia una è all’estero, e decisamente con altri compensi).Tutto questo è un vero peccato, ma è anche vero che in Trentino – dice Luciano ed io sono d’accordo – spesso musicalmente o ti regali ai locali o sennò…ciccia! I locali veramente disponibili ad investire in gruppi di qualità ed a riconoscerla con un compenso adeguato sono pochi … El Paso, Gasoline a Levico sono alcuni dei locali che nonostante la crisi quando possono investono e fanno suonare. Ed hanno un ritorno.

A questo punto Arty dice la sua, ed io condivido le sue parole con  il grande rispetto che porto verso chi prova ancora a fare musica nonostante tutto:

“E’ castrata la musica in Italia, stratassata, prima di arrivare sull’altarino dei fortunati ce ne vuole; dal punto di vista dei gruppi che vorrebbero fare  della loro musica anche la loro professione moltissimi non ci riescono, spesso bisogna svendersi, non c’è una vera nè tantomeno seria cultura musicale che sostenga i musicisti, la musica live viene spesso vissuta come un fastidio dalle istituzioni e dai privati anzichè essere vista come invece accade all’estero, e soprattutto in tutto il Nord Europa – a partire dalla Germania senza andare troppo lontani –  come una risorsa culturale del territorio. Sostanzialmente qui se uno vuole vivere di musica non lo può fare.”

Arty si dichiara in particolare un po’ deluso dalla gente, che non è disposta a “muovere il culo” nemmeno per ascoltare buona musica, perchè forse in fondo della musica non gli frega poi più così tanto a nessuno. Questi sono i tempi dove nessuno si interessa più di uscire per la musica…Che dite proviamo a fargli cambiare idea? Il prossimo concerto sarà Sabato 31 Gennaio a Dolo (VE)

Italoamericano Music Diner Via Mazzini, 90, 30031 Dolo, Veneto, Italy

Arty ‘N’ the Wolves@Italoamericano part.2 “Happy B-Day Luciano”

evento facebook:

https://www.facebook.com/events/420937928070674/?fref=ts

and now…listen!

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