L’INTENZIONE DELL’AZZURRO

Amo dei miei giorni

le cose che somigliano 

all’azzurro,

non per averne il colore

ma per averne la forma.

Azzurro è ciò che respira,

ciò che piange vita

senza averne tristezza.

Azzurro è un pensiero

di prima mattina,

un bucato di ricordi

stesi all’ordine della bella

stagione.

È azzurro un bacio brevissimo

e non previsto,

e la tua fronte poggiata sul mio avambraccio, in attesa

per caso,

non per sbaglio.

È azzurra la mia casa vuota,

la mente mentre scrivo,

quel messaggio che 

ti manderò presto.

Due amiche mie sono

certamente azzurre, e

azzurro è lo spazio dove

rimangono fino

a quando serve. 

O anche dopo, perché il dopo 

è azzurro.

Azzurro è il sonno

quando non tarda

a venire,

la taumaturgia dei sogni

onesti e ricorrenti.

Azzurra è la musica

quando (sempre) mi 

svuota e mi livella

e divento la risacca che 

è la mia origine,

l’origine di tutti.

Azzurra è la dimensione

del tempo, se

è vero,

se ha sete e coraggio.

Azzurri, finalmente,

sono anche i 

miei occhi.

Non per averne il colore.

Non per orizzonti scelti

o negati.

È per averne, oltre ogni

ingiusta sfumatura,

la più libera intenzione.

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