Ti ho conosciuto e lasciato andare in un istante.
Eri fratello, eri sorella, eri madre, padre, figlia o figlio…
ci siamo incontrati un giorno d’estate per caso o per necessità.
Eravamo agguerriti, feriti, forti e fragili. Eravamo vivi.
E comunque -nonostante tutto- avevamo ancora
tanta voglia di andare avanti
…tu con le tue ali spezzate, i tuoi passi incerti, il tuo bisogno di accudimento e rassicurazione… e il mio cuore ferito in un corpo sano a rispondere come poteva.
…tu con le tue certezze e la tua vita preordinata e tranquilla, di fronte al mio sereno sfacelo.
…tu con la tua fuga disperatamente giocosa, travolgente, generosa, di fronte al mio dolce carcere di vita.
…tu col tuo canto solitario e incompreso, di fronte alla mia fiera solitudine silenziosa.
…tu con la tua allegria spensierata, contagiosa, accogliente, di fronte alla mia malcelata tristezza gentile.
…tu con la tua diversità risolta ad un tempo così lontana e vicina alla mia.
Ci siamo abbracciati con gli sguardi, i sorrisi, i discorsi, i silenzi, le attese, le attenzioni, i gesti…
ci siamo venuti incontro come abbiamo potuto
“tu” diversi; non più “io” isolati; “noi” solo per un attimo.
Buon viaggio…