Quello che mi sta tormentando in queste ultime settimane è il pensiero fisso legato alla mia ottusa incrollabile volontà di sentirmi bene.
Sentirmi bene nonostante tutto, nonostante riprendendo quanto scritto da Daria Bignardi ci siano giorni in cui sentirsi o essere Sschiava (la linea è molto sottile) sia soltanto un mero eufemismo, altri (moolto più rari in verità) in cui nonostante l’aver incontrato quasi miracolosamente Mr Feelgood dopo, invece di benessere provo soltanto sensi di colpa ed inadeguatezza, a vari stadi e livelli.
Nonostante la crisi economica, i chili di troppo che non ho voglia di perdere con impegno (ce ne devo già mettere troppo in tutto il resto per non incasinarmi definitivamente da un punto di vista mentale, organizzativo ed economico), ma sparissero magicamente non ne farei certo un dramma.
Nonostante la voglia di impegnarmi con più costanza in tutto quello che faccio, non fosse che sono sempre decisamente troppe le cose rispetto alle ore disponibili in una giornata ed alle mie umane energie.
Nonostante le piccole incombenze domestiche quotidiane che si presentano ogni benedetto giorno sotto le forme più varie e “spaventose” (calzini selvaggi sparsi ovunque spaiati bucati o fuori taglia, coltri di polvere non appena hai deciso che puoi permetterti di non spolverare per ben due intere giornate, decine di mail se ti rifiuti di farti fagocitare quel paio d’ore diurne dal Sovrano Pc e via discorrendo, voi sapete) e che cozzano inevitabilmente ma insorabilmente con le mie “grandi aspirazioni” (e perchè dovrei rinunciare a coltivare un briciolo di ambizione, giusto per sentirmi ancora giovane e irragionevole all’occorrenza, quando il quotidiano ammazza ogni desiderio passato presente e futuro; non so tipo pensare di potermi permettere una volta ancora nella vita una giornata di shopping da Zara H&M o Mango, oppure addirittura sognare un lavoro più redditizio, o un conto attivo in banca, piuttosto che credere ancora di avere un mio piccolo talento da coltivare e di poter farcene qualcosina – insomma roba così… ).
Nonostante l’ansia divenuta quasi incontrollabile nelle due settimane precedenti al primo giorno di scuola – nonchè fonte di insonnia – al solo pensiero di dover affrontare un altro anno scolastico da sola in cui mi si chiede molto più come genitore (il fatto di essere separata, anche se abbastanza felicemente tutto considerato, non migliora certo comunque le cose) in termini di sacrificio ed impegno quotidiano di quanto non si chieda ai bambini stessi – e nessuno sembra volersene rendere conto, all’interno degli edifici scolastici e fuori. Per non parlare del fatto che in questo benedetto Paese non ci siano infrastrutture e servizi che possano sostenere le famiglie nella gestione dei tempi.

E poi le piccole rotture quotidiane, i contrattempi dell’ultimo minuto, le persone intorno sempre più intristite e incartapecorite da un clima mediatico che incoraggia unicamente ad una visione negativa del vivere.
Una piccola tragedia, volendo vederla in questo modo…Eppure è più forte di me: io ho ancora voglia di farmi più di una risata, e di pensare che non è poi così male, gridare chissene insieme ai miei figli, in qualche modo ce la caveremo e poi chissà, magari riuscirò perfino a perdere un paio di chiletti senza accorgermene e la scuola elementare a giugno prossimo ne sono certa mi darà un attestato, forse addirittura un bel Diploma: di Sschiava Perfetta!

Reblogged this on cronichlesofmari and commented:
… forse addirittura avrò un bel Diploma di Sschiava Perfetta!
E voi cosa vi aspettate?
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