
Ti spiego, Lucy mia.
Come tu dici “tesina” tutta la crème della pedagogia moderna e contemporanea si mette in fila davanti alla farmacia per comprare un cocktail di barbiturici e farla finita.
Per sempre.
Non credere Lucy mia, principessa della super cazzolina, non è per far la punta ai piselli.
Prova a ripetere con me: scuolina, professorino, distanzina, ministrella, stipendiuccio, decretino…
La senti la stonatura?
“De-cretino”, poi, è pure profetico.
Perché vedi, Lucy, ogni volta che tu hai aperto la bocca, uno studente di terza media è caduto dalla sua sedia da gaming.
Una studentessa ha imparato una parolaccia nuova.
Siamo alle idi di maggio e ancora non sappiamo di che morte didattica dobbiamo morire.
Tu ci dici “dovete stare tranquilli” e intanto i colleghi over 55 si procurano amuleti scaccia sfiga da ogni indovino della Terra.
Lo sapevamo che le medie per voi contano come una mascherina senza lacci.
Sono quel bel filtro dove smistare i figli di un’h mancante da quelli col portafoglio cicciotto.
Un limbo di ignoranza su cui riversare tutta l’inadeguatezza visionaria di questo Paesino paralitico.
Non è mica colpa tua: è così da prima.
Non si può mai parlare solo di scuola qui.
La didattica è strozzata tra le rivendicazioni sindacali e la custodia dei minori, visto che altro non c’è.
E intanto muore soffocata.
Però dovevate avere più coraggio, Lucy.
E dovevate averlo per tempo.
E dovevate dirgli una parola più onesta, oltre a quel frivolo “andrà tutto bene”.
Perché è andato tutto in vacca, invece.
I ragazzi hanno imparato che possono vedersi solo imbrogliando, sulle piste ciclabili, nei boschi a succhiare il midollo sanificato della vita, nei centri commerciali a svuotare carte di credito e perfino al cimitero.
Ma non a scuola.
A scuola troppe rogne.
Ed è vero Lucy: ma anche in fabbrica.
Anche al bar o dal parrucchiere.
Anche nei supermercati.
Eppure ci hanno provato.
E non mi dire che era per la loro salute: nel migliore dei casi li abbiamo appesi ore online, nel peggiore li abbiamo abbandonati alla depressione da fotocopia.
E voti no, poi sì, poi sì ma con lo zucchero.
6 politico, 6 meritocratico e poi 6 scemo tu che leggi…
E per finire “la tesina”.
Che è come dire, non avrete un diploma, ma un diplomino, un corto domani senza istruzione, ma con tante istruzioni: lavati le mani, stai lontano da tutti, chiuditi in casa, copriti la bocca, fai un salto, fanne un altro.
Ubbidisci.
E smetti di costruire la vita: ha detto il ministero che basta un bel copiaincolla.
Ciaone.
Anzi.
Ciaino.
