Ieri notte dopo aver inviato una mail improvvisamente mi sono chiesta:
Ma tutta questa tecnologia questo modo di comunicare aiuta le relazioni?
Come tutte le cose credo che dipenda da come se ne fa uso.
Social networks; se non diventa un mezzo morboso per alimentare le proprie frustrazioni può essere vissuto come un gioco o un modo per tenere vivi i propri rapporti vicini e lontani, per tenere d’occhio gli eventi, la band nostrana, cinema e teatro o semplicemente per organizzare una gita in montagna. Insomma può rivelarsi addirittura utile.
La comunità virtuale e’ pur sempre comunità, può essere coltivata e può dare identità e senso di appartenenza.
Certo è uno strumento potentissimo e non sempre ci si rende conto di quanto possa esporre e di quanto ad ampio raggio – e non solo agli amici, ma anche a potenziali datori di lavoro se si cambia ottica.
E’ importante non imbattersi nello scollamento fra la personalità reale e quella virtuale, c’è chi arriva a spingersi talmente oltre da avere difficoltà nel rapporto vero o chi si fa tentare dal costruire personaggi e personalità del tutto irreali.
Il difficile a volte di questa nuova modalità di comunicazione moderna e’ la velocità, la frammentazione.
Bisogna combattere la disgregazione sociale tipica di questa società too fast and too furious che ci devia nell’idea di dover fare 50 cose in un giorno.
La società definita liquida dal sociologo Zygmunt Bauman, nella quale è difficile non solo posizionarsi, ma anche avere un identità definita ed orientarsi immersi continuamente in quest’ ansia del dover essere e saper fare.
Saper orientarsi in ciò che di positivo hanno portato la globalizzazione e il progresso e’ diventato un obbiettivo da raggiungere, ma lo è anche ridefinire i valori e dare un senso al consumo consapevole e di contenuto, compreso bersi il caffè nel bar sotto casa o saper apprezzare la “bottega” del paese.
Spaccata fra la generazione del consumo veloce e la generazione della mostruosa crisi e recessione, fra la generazione che si mandava le lettere durante le vacanze estive con le amiche di scuola e quella che ha sempre l’iPhone in mano, a volte tutto sembra così frenetico ed inflazionato che ho la sensazione di non saper più dove rivolgere lo sguardo.
Rallentare e’ ciò che di sensato mi viene in mente di poter fare. E prendermi il tempo di mettere insieme tutte queste spaccature provando a vivere in questo tempo con la giusta consapevolezza.