50 shades of grey... and more

Soft-porno riflessioni…Soft-porno reflections

 

Ariadne ed un’amica parlano dell’ultimo best seller soft-porno

(“50 sfumature di grigio”, di L. A. James) davanti ad una tazza di tè.

E’ stato scritto da una donna.

Così, donne alloro volta, decidono di discorrerne e di confrontarsi. Leggendone alcuni stralci. Rimangono sconcertate. Sconcertate perché DI NUOVO si propone il trito e ritrito cliché: donne sottomesse e inesperte a qualche super ricco e affascinante uomo d’affari.

Quello che Ariadne e l’amica trovano veramente scandaloso è che il libro riesca a vendere così tanto – ed il loro incontro pomeridiano termina chiedendosi il perchè le donne comprino ed  – almeno apparentemente –  apprezzino un romanzo di questo tipo. Il libro in sè non possiede alcun particolare valore letterario (al contrario de “Il delta di Venere” di Anais Nin, per citare un esempio conosciuto n.d.r.). E’ anzi alquanto mal scritto, e limitato. Concludono.

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Poi, per qualche fortuita connessione fra rete e reale, Ariadne chiede (e si chiede) se LivingwoMen sia un blog femminista: un’occasione per scrivere il primo post e dire che no, non siamo femministe. E neanche necessariamente vogliamo  o dobbiamo essere donne, in questo spazio.  Qui interessano le relazioni umane, le idee, la libertà di espressione, la riflessione, il confronto. Tutte cose ancora misteriose ed in gran parte inesplorate  da entrambi i sessi, a parer nostro.

Con LivingwoMen si vorrebbe dare spazio al maschile ed al femminile, senza necessariamente contrapporre una presunta o proclamata superiorità a nessuno dei due.

Di più: la provocazione di averlo pensato come “primo blog transgender” vuole sottolineare un sentito desiderio di voler attraversare tutti i generi, in una concezione che intende coinvolgere donne, uomini (la parola woMen, infatti, include entrambe le parole in inglese) e tutto ciò che può transitare fra i due sessi – senza limitazioni o distinzioni di genere, appunto – altrimenti il rischio è quello di fare la fine del romanzetto soft porno.
Così questa e l’introduzione  ad un’inizio dell’esistenza di LivingwoMen che sembrava incerto – grazie a te Ariadne, forse  abbiamo già le idee più chiare sul chi siamo e sul “di che cosa vogliamo  parlare”  –

Citando Emily Dickinson, per definirci meglio:


Io sono nessuno! Tu chi sei?
Sei nessuno anche tu?
Allora siamo in due!
Non dirlo! Potrebbero spargere la voce!

Che grande peso essere qualcuno!
Così volgare – come una rana,
che gracida il tuo nome – tutto giugno
ad un pantano in estasi di lei!

E Luigi Pirandello, dal romanzo Uno, nessuno e centomila:

“Una realtà non ci fu data e non c’è, ma dobbiamo farcela noi, se vogliamo essere: e non sarà mai una per tutti, una per sempre, ma di continuo e infinitamente mutabile.

Benvenuti su LivingwoMen.  A tutti –

ma soprattutto ai nessuno.

5 pensieri su “Soft-porno riflessioni…Soft-porno reflections

  1. Grazie Simone per aver accolto il mio invito, ripropongo anch’io con la stessa umiltà la mia replica, sperando di fare come auspichiamo per livingwomen un luogo di incontro fra maschile e femminile-se possibile fuori dagli stereotipi che vorrebbero definire entrambi i sessi:
    Direi che sono d’accordo il linea di principio, ma trovo altrettanto ingenuo pensare che lasciar passare un certo tipo di immaginario e di stereotipi senza discuterci nemmeno sopra possa essere fuorviante, per le donne e per gli uomini. Non tutti hanno gli strumenti per poter fare questo tipo di analisi, non si tratta di sottomissione sessuale (sulla quale non ho nulla in contrario), ma sociale.
    Quanto al femminismo, personalmente lo trovo un movimento superato, che non ha saputo rinnovarsi e aprirsi al maschile come avrebbe dovuto e potuto. Io lo trovo un libro del cazzo sessista nei confronti di entrambi i generi, senza per forza darvi una connotazione femminista.

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  2. Su invito di marikey riporto il mio umile commento già postato su G+ in merito al libro:

    Volerci leggere una destabilizzazione del ruolo della donna nella società, secondo me, è un rant femminista fine a sé stesso. Che il libro faccia schifo è abbastanza appurato ormai, tuttavia intendere la sottomissione sessuale come qualcosa che abbia risvolti nella vita quotidiana, ai danni del genere femminile intero, mi sembra erroneo.

    La sottomissione sessuale non è legata al genere: piace agli uomini quanto alle donne e non è il retaggio di millenni di cultura maschilista, ma un’eredità di decine di millenni di evoluzione dai primati e dai mammiferi in genere, dove la sottomissione sessuale è un fatto, così come lo è per l’uomo, secondo sessuologi ed antropologi.

    Ho conosciuto tante donne emancipate, indipendenti e dominanti nella vita e nel lavoro, che adorano farsi sottomettere a letto o comunque essere sotto ad un uomo carismatico e dominante. Lo stesso succede con uomini sottomessi a donne. Volerci leggere del sessismo è quantomeno ingenuo.

    50 sfumature di grigio non è un libro sessista, è solo un libro del cazzo.

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  3. Non ho letto il romanzo (a questo punto dubito che lo farò, non per snobismo ma le recensioni tue e di Ariadne mi fanno capire che posso dedicare il poco tempo che ho a disposizione ad altra lettura) , ma l’altra sera mi trovavo a parlare di erotismo con un gruppo di amici…forse sarò triviale o troppo “scarna” su quest’argomento ma trovo che la condizione ideale del sesso sia il sesso stesso. E che quando si arrivi ad un livello di intimità tale forse anche parlarne e condividere ad un tratto non è più così importante.

    A proposito di ciò (o forse no, parliamone!) c’è una raccolta di racconti erotici, “Il delta di Venere”, scritta nel 1940 da una donna – Anais Nin, su incarico dello scrittore (ed anche suo amante) Henry Miller – autore fra gli altri romanzi de “Tropico del Capricorno” – che le passò l’incarico commissionatogli a sua volta da un collezionista di libri, ma che l’annoiò in fretta.

    Anais dice del suo stesso lavoro: ” Cominciai a scrivere ironicamente, divenendo così improbabile, bizzarra ed esagerata che pensai che il vecchio si sarebbe accorto che stavo facendo una caricatura della sessualità…”

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  4. Concordo con il fatto che il libro in questione, nonostante la fama, sia alla fine una storia scontata e onestamente, avendolo letto, arrivati a meta’ del libro se ne ha gia abbastanza delle loro relazioni sessuali alquanto fantascientifiche.

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