Miele che mi inonda l’anima come il sole caldo in una mattina di primavera,
filtra dalle persiane, mi accarezza nel letto, mi scalda, mi resuscita.
Mi stiracchio felice, viva, perduta nei miei sensi, desideri, capricci.
Mi rotolo in questo miele, lo lecco, me lo spalmo su ogni centimetro di pelle.
Mi ricordo di poter essere di nuovo felice come una bambina e di poter godere come una vera donna.
Mi lascio inondare di dolcezza e felicità, dimentico il tempo, la paura, i problemi, i dubbi.
Ma poi: api, vespe, mosche, formiche. Insopportabile prurito e ronzio all’anima.
Potrei rimanere immobile, in silenzio e aspettare con pazienza di vedere:
se mi si cristallizza addosso intrappolandomi, se si squaglia e se ne va,
o se rinuncia al suo profumo per rimanere carezza
solo per me.
Oppure liberarmi subito:
lavarmi via tutto questo dolcissimo miele di dosso,
sotto una doccia gelida di lacrime salate e rabbia.